Prescrizione Cartelle Equitalia (impropriamente dette): sapete quando e come calcolarla? Sapete a quali cartelle e applicabile? I nostri avvocati specializzati in diritto tributario vi spiegano tutto in maniera semplice e chiara.
L'art. 2934 del codice civile chiarisce il concetto di prescrizione come segue. "è un modo generale di estinzione dei diritti causato dal trascorrere del tempo e dall'inerzia del titolare"". Il concetto di prescrizione è strettamente legato al tempo, è strettamente legato al trascorrere del tempo, tanto in campo civile quanto in campo penale. Il nostro ordinamento, infatti, individua per ciascun diritto un termine di prescrizione oltre il quale se tale diritto non viene esercitato, lo stesso viene meno. Esiste dunque anche la prescrizione delle cartelle di pagamento qualora le stesse non vengano portate a conoscenza del contribuente in un termine utile stabilito dalla legge, trascorso il quale, tale diritto di credito da parte dell'Agenzia di riscossione viene meno e si può parlare di Cartella Equitalia Prescritta.
Ovviamente la prescrizione può essere richiesta da chi ha un reale interesse soggettivo a far valere tale istituto giuridico. In altre parole chi pi๠del contribuente che vede prescriversi un proprio debito ha interesse ha far si che tale prescrizione fruisca i proprie effetti? E' il contribuente che con l'intervento della prescrizione non deve pi๠pagare.
Innanzitutto per richiedere la prescrizione bisogna accertarsi con precisione se siano realmente trascorsi i termini affichè la stessa operi. Per capire se una cartella di pagamento è prescritta o meno bisogna innanzitutto individuare la data di notifica della cartella esattoriale, qualora questa sia stata smarrita o mai ricevuta. Per far ciò si richiede allo sportello della agenzia di riscossione l'estratto di ruolo ove si può evincere con certezza la data della notifica e se la cartella di pagamento è stata mai notificata. In questo caso noi possiamo far valere la prescrizione impugnando nel termine di 60 giorni l'estratto di ruolo e far vale due eccezioni: il difetto di notifica della cartella se non è mai stata notificata o se ci sono vizi formali e l'intervenuta prescrizione. Altra ipotesi di prescrizione si ha quando, ricevuta regolarmente una determinata cartella di pagamento, poi non adempiuta, per anni non riceviamo pi๠alcun avviso da parte dell'ente di riscossione, solo poi a distanza di diversi anni (ben oltre il termine previsto di prescrizione) riceviamo un sollecito di pagamento. In questo caso dunque, trascorso il termine di prescrizione, possiamo richiedere l'annullamento della cartella.
A questo punto le strade da percorrere possono essere due, ovvero: 1 chiedere la cancellazione degli importi prescritti mediante la normativa "cartelle pazze", il contribuente deve presentare una semplice istanza su un modulo allo sportello dell'agenzia di riscossione, ottenendo così la sospensione immediata della cartella esattoriale, bloccando dalla data di presentazione dell' istanza qualsiasi possibilità di pignoramento o esecuzione forzata da parte dell'agenzia stessa. Se poi entro 220 giorni l'agenzia non si pronuncia su tale istanza, scatta il cosiddetto silenzio assenso e la cartella è automaticamente annullata. 2 presentare un' istanza di sgravio, con un ricorso in autotutela, direttamente all' ente creditore del tributo. In questo caso però non viene sospesa l' esecutività della cartella nà© scatta alcun silenzio assenso in caso di mancato riscontro da parte dell' Amministrazione. Entrambe queste strade appena tracciate non necessitano dell'intervento di un legale e sono ad impulso diretto del contribuente e non sospendono i termini per la presentazione del ricorso al giudice competente per materia il quale deve essere comunque adito nel termine di 60 giorni dalla notifica della cartella.
Il termine per il calcolo della prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui tale diritto può essere fatto valere. Nel caso specifico dal giorno in cui il contribuente riceve l'avviso di pagamento.
Le sentenze sulla prescrizione Equitalia sono numerosissime la mi preme segnalarne una molto recente della Suprema Corte a Sezioni Unite: la n. 23397 del 2016, la quale ha definitivamente stabilito che le pretese della Pubblica Amministrazione (Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comuni, Regioni etc.) si prescrivono nel termine “breve†ovvero in cinque anni, eccetto nei casi in cui la sussistenza del credito non sia stata accertata con sentenza passata in giudicato o a mezzo di decreto ingiuntivo. annullare cartelle equitalia (o meglio, ex Equitalia) quindi si può: basta l'aiuto di un legale esperto in diritto tributario.
i termini prescrizionali sono i seguenti
10 anni, per alcuni giudici 5 anni
10 anni, per alcuni giudici 5 anni
10 anni, per alcuni giudici 5 anni
10 anni
10 anni
10 anni
5 anni
5 anni
5 anni
3 anni
5 anni
5 anni
5 anni
10 anni
Prima di approfondire tale argomento è doveroso chiarire il significato etimologico del termine prescrizione e conseguentemente la sua ratio. La prescrizione, infatti, è quell' istituto giuridico che determina l' estinzione di un diritto quanto il titolare non lo esercita per un determinato periodo di tempo stabilito dall' ordinamento. Per prescrizione di una cartella esattoriale si può parlare quanto, per effetto del trascorrere del tempo, l' Agenzia delle Entrate e Riscossione non può pi๠pretendere da parte del contribuente il pagamento uno specifico tributo. La ratio della prescrizione è che non si può lasciare un soggetto, nel caso di specie, un contribuente a vita con il peso ed il timore di un' azione giudiziaria da parte dell' ente creditore. Viceversa il creditore deve dimostrarsi interessato a riscuotere quanto gli spetta di diritto. La prescrizione varia da tributo a tributo e può essere tranquillamente interrotta prima dello spirare del termine stabilito dalla legge mediante un atto interruttivo che può essere tanto un' intimazione di pagamento, un preavviso di fermo, un pignoramento, un' ipoteca. Diversamente se l' ente creditore, una volta notificata la cartella, resta inerme senza attivarsi per l' incasso della somma indicata in cartella, perde il diritto di richiedere suddetto importo nel momento in cui decorrono i termini prescrizionali, e, in tal momento, la cartella perde l' efficacia di titolo esecutivo ed il contribuente non è pi๠tenuto al pagamento.
I termini di prescrizione sono i seguenti: Irpef: 10 anni, Iva: 10 anni, Ires: 10 anni, Irap: 10 anni, Imposta di bollo: 10 anni, Imposta di registro: 10 anni, Imposta catastale: 10 anni, Imposta sugli apparecchi audiovisivi (Canone Rai): 10 anni, Contributi Camere di Commercio: 10 anni, Tosap: 10 anni, Imu: 5 anni, Tasi: 5 anni, Tari: 5 anni, Contributi Inps: 5 anni, Contributi Inail: 5 anni, Contravvenzioni stradali (multe stradali): 5 anni, Sanzioni amministrative: 5 anni, Bollo auto: 3 anni, Sentenze di condanna del giudice per impugnazioni (rigettate) contro cartelle di pagamento: 10 anni. Nonostante per alcuni tributi è stato specificato il termine decennale, alcune sentenze di merito hanno individuato per tali tributi il termine prescrizionale breve di 5 anni. Tale tesi, viene fondata sulla base dell' art. 2948 n. 4 del c.c., in base alla quale tutti i debiti che devono essere corrisposti annualmente, la prescrizione è quinquennale e non decennale.
Con la legge di stabilità numero 228 del 2012, è stato introdotto l'annullamento delle cartelle di pagamento in autotutela così dette CARTELLE PAZZE. tale legge stabilisce che il contribuente che ha ricevuto una cartella di pagamento illegittima, può chiedere in autotutela la sospensione della riscossione nonchè l'annullamento in via amministrativa delle partite iscritte a ruolo. Nella legge è previsto anche un termine perentorio per ottenere lo sgravio in autotutela ovvero 220 giorni. Dalla data della presentazione della dell'istanza in autotutela da parte del contribuente abbiamo la sospensione immediata della cartella con tutti i benefici che tale sospensione prevedere ovvero vedere bloccati eventuali pignoramenti o esecuzioni forzate.
Come chiarito in precedenza la Cass. a Sezioni Unite n. 23397 del 2016 ha affermato che tali crediti si prescrivono in 5 anni eccetto nei casi in cui la sussistenza del credito non sia stata accertata con sentenza passata in giudicato o a mezzo di decreto ingiuntivo.
Certamente esiste anche una prescrizione dell'accertamento fiscale. Non Hai comunicato la dichiarazione dei redditi all'Agenzia delle Entrate o l'hai comunicata in modo errato? L'unica speranza per non incorrere in sanzioni è sperare che lo stesso accertamento fiscale si sia prescritto. I termini sono i seguenti: per le irregolarità della dichiarazione dei redditi per i periodi di imposta precedenti al 2016 l' accertamento fiscale deve essere notificato entro il 31 dicembre del 4° anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi; per i periodi di imposta successivi al 2016 l' accertamento fiscale deve essere notificato entro il 31 dicembre del 5° anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione; per l'omessa dichiarazione dei redditi per i periodi di imposta precedenti al 2016 l'accertamento fiscale deve essere notificato entro il 31 dicembre del 5° anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi; per i periodi di imposta successivi al 2016 l' accertamento fiscale deve essere notificato entro il 31 dicembre del 7° anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.
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