Reato di Violenza psicologica: come difendersi e cosa fare

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    I nostri avvocati vi spiegano tutto sulla violenza psicologica: reato, relazioni con il mobbing  e richiesta di eventuali risarcimenti

    Cosa s'intende per violenza psicologica?

    La violenza psicologica al pari di quella fisica è una forma di violenza,di aggressione,di abuso nei confronti di un' altra persona. La violenza psicologica tante volte assume una portata ed una rilevanza anche maggiore della violenza fisica in quanto quella psicologica è subdola, silenziosa, per nulla appariscente ma che distrugge la vittima dapprima interiormente e poi anche esteriormente e può portare la stessa a compiere anche gesti estremi come il suicidio. La violenza fisica si basa sulla forza, sul contatto fisico, quella psicologica usa invece parole, atteggiamenti subdoli, intimidazioni, pressioni morali con un unico scopo quello di annientare un soggetto, costringere un soggetto a comportarsi diversamente dal proprio volere, sopprimerlo e reprimerlo fino ad annientarlo.

    Violenza Psicologica Reato

    Si tratta di un reato?

    La violenza psicologica rientra a pieno titolo nei reati contemplati dal nostro codice penale. Numerosi articoli del codice penale prendono in considerazioni vari aspetti riconducibili senza dubbio alla violenza psicologica. Tra quelli principali abbiamo gli articoli: 572 cp "Maltrattamenti contro familiari o conviventi"; 582 cp "Lesione personale"; 583 cp "Circostanze aggravanti; 610 cp "Violenza Privata"; 612 cp "Minaccia"; 612 bis "atti persecutori" comunemente definito stalking.

    Violenza Psicologica sulle Donne

    Quando si può parlare di violenza psicologica sulle donne?

    Critiche,umiliazioni,minacce,intimidazioni,pressioni, sono tutti atteggiamenti subdoli messi in atto al fine di maltrattare ed incutere timore nella vittima. In ambito familiare oggi pi๠che mai le donne sono vittime di violenze psicologiche messe in atto da uomini ( mariti o fidanzati) volenti i quali in maniera becera e codarda approfittano della loro maggior forza fisica e psicologica per sottomettere al loro volere le proprie donne. Tante donne quotidianamente sono vittime di continue pressioni psicologiche da parte dei rispettivi uomini e nonostante ciò sottovalutano pericolosamente tali atteggiamenti pensando che rientrino nella normalità  delle cose. Ansia, paura, depressione, frustrazione, emarginazione, sono chiari sintomi di colui o colei che ha subito violenza psicologica.
     Rientrano nella violenza psicologica ogni forma di abuso che lede l' identità  della donna: attacchi verbali, la molestia verbale, l' insulto, la denigrazione, finalizzati a reprimere e ad opprimere la donna, per meglio tenerla sotto controllo. Isolarla, allontanarla dalle relazioni sociali e dal mondo che la circonda. Minacce, aggressione nei confronti della donna e/o dei propri cari. Tutto questo, ripetuto e reiterato nel tempo, ricade a pieno titolo nella violenza psicologica.

    Quando, invece, si può parlare di violenza sul lavoro? àˆ legata al mobbing?

     Rientra a pieno titolo nel mobbing qualunque tipo di violenza costante,reiterata nel tempo, posta in essere sul luogo di lavoro e volta a creare un danno psicofisico alla vittima. La violenza verbale, la violenza posta in essere mediante comportamenti diretti e/o indiretti, la violenza posta in essere mediante scrittura, che comporta un degrado delle condizioni di lavoro tali da compromettere e danneggiare la salute e professionalità  del lavoratore nel luogo di lavoro rientra a pieno titolo nel mobbing. Tutto ciò che comporta un danno reale, serio ed effettivo, tutto ciò che comporta un disagio e dunque un danno per la vittima mobbizzata lavoratrice rientra nel concetto di mobbing. Il comportamento illecito non è altro che una serie di comportamenti o anche provvedimenti volti ad affliggere mentalmente e fisicamente il lavoratore-vittima.

    Violenza Psicologica cosa fare

    Cosa fare e come difendersi nel caso in cui si ritenga di essere vittima di violenza psicologica?

    Prima di approfondire tale argomento bisogna ribadire che nel nostro codice penale non è contemplata la violenza psicologica come reato. Quello che invece viene regolamentato e punito dal nostro codice penale sono i mezzi utilizzati per incutere nella vittima violenze psicologiche quali paure,preoccupazioni,timori,ansie ecc. ecc.. Tra quelli principali abbiamo gli articoli: 572 cp "Maltrattamenti contro familiari o conviventi"; 582 cp "Lesione personale"; 583 cp "Circostanze aggravanti; 610 cp "Violenza Privata"; 612 cp "Minaccia"; 612 bis "atti persecutori" comunemente definito stalking.

    àˆ possibile chiedere un risarcimento per violenza psicologica? Se sì, come?

    Alla base di qualunque ipotesi di risarcimento del danno c'è la sussistenza del nesso di causalità  tra evento e danno, tra comportamento e lesioni subite dalla vittima. Nel caso di violenza psicologica è di fondamentale importanza, ai fini della richiesta del risarcimento del danno, accertare la sussistenza di un danno biologico a seguito di comportamenti illeciti. Sul punto l' art. 40 c.p. recita testualmente “…nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se l' evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l' esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione o omissione…”. L' evento lesivo stesso deve essere ritenuto la condizione necessaria, sine qua non del danno psichico cagionato. Il concetto di danno psicologico, di recentissima interpretazione giurisprudenziale, è stato delineato solo nel 1986 con la sentenza della Corte Costituzionale numero 184 definito come lesione all'integrità  psico-fisica della persona. Solo a seguito di questa fondamentale sentenza della Suprema Corte Costituzionale, il danno psicologico diviene risarcibile sia da un punto di vista patrimoniale che non patrimoniale. Il danno patrimoniale distinguibile nella sua eccezione bipolare ovvero “danno emergente” inteso come danno risarcibile a seguito della diminuzione del patrimonio del danneggiato a seguito appunto della lesione psicofisica subita e “danno da lucro cessante” inteso come risarcimento per il mancato guadagno causato dell' evento dannoso che ha interrotto l' attività  produttiva della vittima lesa. Il danno non patrimoniale inteso invece nella sua eccezione tripolare come danno biologico, danno morale e danno esistenziale. Una volta dunque accertato il nesso di causalità  tra evento lesivo e danno psichico cagionato è possibile adire l'autorità  giudiziaria al fine di richiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e non subiti. L'azione civile è esperibile mediante un giudizio di cognizione, nel rispetto della competenza per valore e per territorio, mediante il quale verranno portati all'attenzione dell'onorevole giudicante prove e conseguenze con il fine di ottenere il giusto risarcimento economico. E di fondamentale importanza allegare una perizia di parte volta ad analizzare tecnicamente le lesione psicofisiche subite e la stretta correlazione con gli atteggiamenti dell'aggressore. Dopodichè mediante l'escussione di testimoni e/o l'esibizione di prove documentali si paleserà  nell'organo giudicante la correlazione tra evento lesivo e lesioni subite. Infine risulterà  di fondamentale importanza, ai fini quantificativi, chiedere la nomina di un CTU medico-legale al fine di individuare innanzitutto il nesso di causalità  tra evento e danno e successivamente il giusto compenso economici in virt๠delle lesioni psicofisiche subite dalla vittima. 

    Autore articolo Reato di Violenza psicologica: come difendersi e cosa fare: Sgambato Associati
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