Concorrenza Sleale: cos'è e cosa si rischia

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    I nostri avvocati ti spiegano tutto sull'universo della concorrenza sleale: cos'è, cosa si rischia e quando chiedere un risarcimento. 

    Cosa si intende per atto di concorrenza sleale?

    L' art. 2598 del codice civile è testualmente rubricato atti di concorrenza sleale e statuisce quanto segue: “Ferme le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto, compie atti di concorrenza sleale chiunque:
    1) usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività  di un concorrente;
    2) diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull'attività  di un concorrente, idonei a determinarne il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell'impresa di un concorrente;
    3) si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l' altrui azienda”.

    Obiettivo primario di tale articolo è quello di imporre alle imprese che operano nell' ambito del mercato, regole e principi di correttezza e lealtà , in modo che nessuna impresa possa avvantaggiarti a scapito di altra mediante l' utilizzo di pratiche commerciali irregolari, sleali e non corrette. Quindi possiamo definire un atto di concorrenza sleale ogni tipo di atto volto a creare confusione e disordine tra prodotti o tra attività  di un diretto concorrente. 

    La concorrenza sleale è un reato?

    L' art. 513 del codice penale rubricato turbata libertà  dell' industria e del commercio testualmente detta: "Chiunque adopera violenza sulle cose ovvero mezzi fraudolenti per impedire o turbare l'esercizio di un'industria o di un commercio è punito, a querela della persona offesa, se il fatto non costituisce un pi๠grave reato, con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032”.
    I recenti orientamenti giurisprudenziali hanno chiarito che il reato di concorrenza illecita abbinato alla violenza e alla minaccia si realizza anche quando si va ad alterare il regolare regime della competitività  con condotte aggressive. Sul punto infatti il reato di concorrenza illecita con minaccia o violenza è integrato non solo dal boicottaggio o dallo storno dei dipendenti, ma anche quando, un soggetto imprenditore minaccia un altro e gli provoca lesioni al fine di coartare la sua volontà  e tirarsi fuori dal settore in cui opera. In tal modo quindi, con violenze e minacce, si altera la libertà  di affacciarsi nel mondo del commercio coartando la volontà  altrui. 
    A tale articolo va affiancato il 513 bis sempre del codice penale il quale testualmente detta: "Chiunque nell'esercizio di un'attività  commerciale, industriale o comunque produttiva, compie atti di concorrenza con violenza o minaccia è punito con la reclusione da due a sei anni. La pena è aumentata se gli atti di concorrenza riguardano un'attività  finanziata in tutto o in parte ed in qualsiasi modo dallo Stato o da altri enti pubblici”.
    Su tale articolo si è pronunciata recentemente la Suprema Corte di Cassazione a Sezione Unite numero 13178/2020 la quale ha affermato il seguente principio: "ai fini della configurabilità  del reato di cui all' art. 513-bis c.p. è necessario il compimento di atti di concorrenza che, posti in essere nell' esercizio di un' attività  commerciale, industriale o comunque produttiva, siano connotati da violenza o minaccia e idonei a contrastare od ostacolare la libertaÌ€ di autodeterminazione dell' impresa concorrente".

    Esempi di concorrenza sleale

    In quali casi del quotidiano si può può parlare di concorrenza sleale?
    I casi di concorrenza sleale possono essere molteplici e tutti molto diversi l' uno dall' altro, ma con un' unica finalità  illecita, ovvero quella di strappare clientela ad uno o pi๠diretti concorrenti. Gli atti di concorrenza sleale pi๠comuni sono:
    dumping ovvero quando una determinata impresa per introdursi in un mercato che solitamente non è il suo abbatte notevolmente i prezzi rispetto a quelli che solitamente fa nel suo mercato principale.
    Compensi professionali inferiori ai tariffari, in tal caso il professionista per accaparrarsi pi๠clientela abbatte notevolmente i suoi compensi prestabiliti da appositi tariffari danneggiando per forza di cose i suoi competitor.
    Altro episodio di concorrenza sleale è quello di usare marchi e nomi simili ad altra azienda molto in voga in quello specifico settore al solo fine di creare confusione tra i potenziali clienti. 
    Usare mezzi diretti ed indiretti al fine di screditare l' altrui attività .
    Altre episodi di concorrenza sleale possono scaturire dal dipendente di una attività  che si trasferisce in altra azienda che esercita la stessa attività  e porta con se trucchi, strategie, segreti del precedente datore di lavoro, oppure mediante comportamenti scorretti volti a veicolare la clientela presso il suo neo datore di lavoro o presso la sua neo azienda.


    Cosa s'intende per concorrenza sleale per sviamento clientela?

    Tutte le volte in cui il titolare di una determinata azienda mette in pratica comportamenti illegali volti a spostare clienti e veicolarli verso la propria azienda, oppure un dipendente che dopo diversi anni ha deciso di accasarsi presso un nuovo datore di lavoro, che opera nello stesso ambito rispetto a quello nel quale lui ha sempre operato, e sempre mediante l' utilizzo di pratiche illegali sposta clienti verso il suo neo datore di lavoro.


    Cosa fare nel caso in cui si sia vittima di concorrenza sleale?

    Dalla lettura dell' art. 2599 cod. civ. rubricato "sanzioni" statuisce che: "La sentenza che accerta atti di concorrenza sleale ne inibisce la continuazione e dà  gli opportuni provvedimenti affinchà© ne vengano eliminati gli effetti”. Obiettivo primario di tale articolo è quello di contrastare ed inibire la concorrenza sleale, in tal modo viene accordata una tutela preventiva mediante la pronuncia di una sentenza rivolta al responsabile di comportamenti attuativi di una concorrenza sleale, con l' obiettivo di astenersi per il futuro dal ripetere determinati atti commessi in violazione di obblighi e principi previsti dall' art. 2598 c.c.. Accanto a tale iter giudiziario, il nostro ordinamento prevede una fase stragiudiziale ovvero adire l' Autorità  Garante per la Concorrenza e il Mercato (Antitrust), in tal caso, dopo aver presentato una denuncia a tale Organo garante della concorrenza si cerca di arrivare ad un accordo, qualora ciò non sia possibile si può procedere per via giudiziaria. 

    àˆ possibile ricevere un risarcimento nel caso in cui si sia subita concorrenza sleale?

    La risposta a tale domanda ci viene fornita dall' art. 2600 del cod. civ. Il quale detta: "Se gli atti di concorrenza sleale sono compiuti con dolo o con colpa, l'autore è tenuto al risarcimento del danno. In tale ipotesi può essere ordinata la pubblicazione della sentenza. Accertati gli atti di concorrenza, la colpa si presume”. Tale articolo prende in considerazione l' ipotesi del risarcimento del danno a favore di chi abbia subito dei danni a causa della concorrenza sleale altrui. Per aversi però risarcimento del danno occorre che vi siano due presupposti ovvero dolo o colpa insieme al danno patrimoniale attuale. Il soggetto danneggiato da episodi di concorrenza sleale altrui deve provare il dolo o la colpa altrui ed il contestuale danno economico subito, solo quando viene provato il famoso nesso di causalità  tra colpa/dolo e danno economico sarà  possibile ottenere il giusto risarcimento. 

    Qual è l'iter da seguire?

    Risulta di fondamentale importanza rivolgersi ad uno studio legale esperto in tale settore e che periodicamente affronta questioni di concorrenza sleale. Solo cosi sarà  possibile ottenere il massimo risultato, e non solo da un punto di vista risarcitorio.

    Autore articolo Concorrenza Sleale: cos'è e cosa si rischia: Sgambato Associati
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