Licenziamento a tempo indeterminato: i nostri avvocati rispondono ai quesiti pi๠comuni in merito. Quando si può e quando no; quali sono i tempi per il preavviso.
Il licenziamento è un istituto giuridico proprio del mondo del diritto del lavoro. Per sua intrinseca natura è un atto recettizio, ovvero, per essere valido e per espletare la sua finalità deve essere portato a conoscenza del lavoratore. Con il licenziamento infatti il datore di lavoro comunica al lavoratore l' intenzione di porre fine al rapporto di lavoro, quindi si tratta di un atto unilaterale e può essere esercitato dal datore di lavoro obbligatoriamente in forma scritta ed a prescindere dalla natura del rapporto di lavoro sottostante ( sia a tempo determinato che indeterminato ).
Le Ipotesi che posso portare al licenziamento sono 3 ovvero: per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo e per giustificato motivo oggettivo. Ecco i motivi per licenziare un dipendente.
Leggi il nosto approfondimento sul licenziamento per giustificato motivo e giusta causa
Il licenziamento per giusta causa viene intimato dal datore di lavoro in determinate ipotesi di comportamenti particolarmente gravi posti in essere dal lavoratore. Nello specifico la legge prevede: «qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto» (art. 2119 c.c., c.d. licenziamento “in troncoâ€). Il licenziamento per giusta causa si ha quando il lavoratore pone in essere comportamenti così gravi da ledere in modo insanabile il rapporto di fiducia tra le parti, impedendo la prosecuzione del rapporto stesso di lavoro, infatti per tale licenziamento non è previsto il preavviso per il lavoratore. Indubbiamente rientrano nell' ipotesi di licenziamento per giusta causa fatti particolarmente gravi ma anche fatti, che, qualora posto in essere, fanno venire meno il rapporto fiduciario che si è creato tra lavoratore e datore di lavoro.
Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo, al peri di quello per giusta causa, prevede anche esso dei comportamenti errati del lavoratore ma non cosi gravi da minare anche il rapporto fiduciario che c' è alla base del rapporto tra lavoratore e datore, e soprattutto da non prevedere l' interruzione del rapporto in tronco, infatti, il datore di lavoro ha qui l' obbligo di rispettare un periodo di preavviso prima dell' effettiva risoluzione del rapporto di lavoro. La durata di tale periodo varia da contrattazione a contrattazione e ha lo scopo di permettere al lavoratore di trovare una nuova occupazione.
Terza ed ultima ipotesi di licenziamento è quella che non rientra nelle ipotesi disciplinari ed è il licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Detto licenziamento è definito licenziamento economico, infatti, è mosso da ragioni attinenti all' organizzazione imprenditoriale, che possono identificarsi ad esempio nella cessazione dell' attività stessa, nel mutamento dell'assetto organizzativo o la soppressione del posto di lavoro, nella soppressione di alcune figure lavorative per crisi aziendale o per riorganizzazione della stessa. Secondo la giurisprudenza Cass. n.25201/2016, ai fini della sussistenza del giustificato motivo oggettivo, è sufficiente che le ragioni inerenti all' attività produttiva e all' organizzazione del lavoro siano tali da determinare un effettivo mutamento dell' assetto organizzativo attraverso la soppressione di un'individuata posizione lavorativa. Ma quanto tempo di preavviso è necessario per licenziare dipendente?
Il periodo di preavviso varia a seconda della Contrattazione Collettiva nazionale di riferimento. Solitamente varia a seconda dell' anzianità di servizio, maggiore è il periodi di occupazione, maggiore sarà il preavviso che bisogna concede al lavoratore. Lo stesso periodo di preavviso, essendo il licenziamento un atto recettizio, inizia a decorrere dal giorno in cui il lavoratore riceve la comunicazione di licenziamento. Lo scopo del preavviso è quello di far si che il lavoratore possa attivarsi fin da subito per trovare una nuova occupazione.
à‰ sempre possibile impugnare il licenziamento, in tutte e tre le ipotesi (giusta causa, giustificato motivo soggettivo ed oggettivo) il lavoratore ha sempre diritto a presentare la propria impugnativa di licenziamento. Dalla data di comunicazione dello stesso, la legge 604 del 1966 all' art.6 prevede che debba essere impugnato stragiudizialmente entro 60 giorni. Nei successivi 180 invece, si deve depositare il ricorso giudiziale presso la competente sezione lavoro. Tale secondo termine, con l' introduzione della Legge Fornero è stato ridotto da 270 a 180 giorni.
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